Numero d’ordine attribuito al deportato al momento del suo ingresso in Lager. Pronunciato in tedesco, sostituiva il nome del deportato al momento dell’appello e in ogni altra occasione. Le matricole venivano riportate sulle schede personali dei detenuti e sui vari registri (ingresso, decesso, trasferimento, ecc.), con una complessa serie di operazioni burocratiche (anche a scopo amministrativo) cui erano addetti prigionieri scelti ad hoc. Per molti Lager si possiede una documentazione, parziale (buona parte essendo stata bruciata dai nazisti negli ultimi giorni); numerose ricerche di ricostruzione di elenchi completi si stanno concludendo in questi ultimi anni, per iniziativa di associazioni di deportati e di ricercatori. In Lager come Auschwitz non venivano immatricolati i deportati selezionati all’arrivo per la camera a gas. Il numero più alto toccato nell’assegnazione delle matricole in un campo non indica la quantità di deportati effettivamente imprigionati, perché sovente in caso di morte vi furono riutilizzazioni della stessa matricola. Solo ad Auschwitz la matricola venne tatuata sul braccio dei prigionieri.