A Mauthausen. 
“E un viaggio da fare e ricordate di portarci anche i figli”
Il 5 maggio scorso si è tenuto nel campo di sterminio di Mauthausen in occasione del 5 l° anniversario della liberazione del lager, l’incontro internazionale degli ex deportati. Noi abbiamo creduto giusto parteciparvi e cosi, insieme a nostro figlio di 12 anni, siamo partiti da Salerno per aggregarci al viaggio organizzato dall’Aned di Bologna.

Non conoscevamo nessuno del partecipanti, ma certo, quando si condividono dei valori i punti cardinali non hanno alcun senso. Non ci aspettavamo, però, di trovare così tanti giovani, studenti delle scuole medie e superiori.

Lìi, al campo, è stato facile leggere sui loro volti le emozioni intense che vivevano. Per primo lo sgomento di fronte ad una realtà per molti di loro inconcepibile o addirittura sconosciuta, diventata ad un tratto tangibile e resa ancor più viva dalle testimonianze dei superstiti. Poi la consapevolezza di riconoscersi figli e custodi di quella memoria, ed infine la gioia di unire la loro voce al grande messaggio dipace, uguaglianzae solidarietà che si levava in tutte le lingue dei popoli straziati dal nazifascismo.

E dentro quelle mura di granito, testimoni e simbolo del più alto oltraggio all’umanità, com’era piccolo e lontano il senatore Bossi, la secessione della sua “Padania”, il suo “parlamento di Mantova”e com’era invece forte la presenza delle migliaia di Italiani, uommi e donne di ogni età, che dentro e fuori dai campi di sterminio hanno combattuto per la dignità e per la libertà di tutto un Paese.

E’ un viaggio da fare, tutti, portandoci specialmente i bambini, perché i valori della Resistenzac della Lotta di Liberazione siano costitutivi del loro essere persone, naturali come parlare o respirare.

E’ un viaggio da fare, per non dimenticare mai che l’unica scelta ammissibile e giusta era quella contro Hitler e Mussolini e che rivivere oggi quella scelta vuol dire non avallare mai, in nessun momento e per nessuna ragione, anche il più piccolo comportamento di intolleranza o disprezzo delle differenze.

Mariella Rocco e Antonio Giordano
 
 

“Dentro quelle mura di granito, com’era piccola e lontana la pretesa Padania del senatore Bossi”

 
 
Rientrati a Salerno dal viaggio, Mariella Rocco e Antonio Giordano sono stati tra gli animatori di un cielo di inconrtri sul tema della deporta zione (“Diamo un futuro alla memoria”) tenuto nei locali dell’ex Museo del Falso dall’11 al 21 novembre scorso. Sei appuntamenti rivolti in particolare agli studenti, che hanno tratteggiato le linee essenziali della storia della deportazione politica e razziale in Italia con il contributo, tra gli altri, del nostro Osvaldo Corazza, dell’Aned di Bologna, conosciuto proprio nel corso del viaggio a Mauthausen. Agli amici di Salerno le felicitazioni dell’Aned.