Lo scorso 27 giugno al Muro dei Deportati presso il Cimitero del Verano a Roma sono state collocate nell’urna già esistente, contenenti ceneri provenienti dal Lager di Mauthausen, anche le ceneri che, prelevate dopo la liberazione a Dachau, furono consegnate a Giovanni Melodia e da lui sacralmente conservate fino alla sua scomparsa. Giovanni Melodia fu uno dei primi italiani a giungere nel campo, e fu attivo nell’organizzazione clandestina di Resistenza. Nel 1955 era rappresentante per l’Italia nel Comitato Internazionale del Lager quando si decise di distribuire tra tutte le rappresentanze nazionali una piccola quantità di ceneri umane trovate dopo la liberazione nei crematori.

Il Consiglio direttivo della Sezione ANED di Roma ha ritenuto che quelle ceneri dovessero essere collocate nel luogo in cui tutti gli anni si ricordano i deportati politici, “razziali”, militari, rom e sinti, bambini, donne e uomini sterminati nei lager nazisti.

Alla cerimonia hanno presenziato il presidente nazionale dell’ANED Dario Venegoni, la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, il rabbino Alberto Funaro, l’assessore alla Persona, scuola e comunità solidale del Comune di Roma Laura Baldassarre.

“La piccola scatoletta e le ceneri in essa contenute, che collochiamo nell’urna – ha detto Aldo Pavia, vicepresidente nazionale e presidente della sezione di Roma, oratore ufficiale della cerimonia – hanno un immenso valore morale, così che nel deporle ricordiamo tutti i deportati in Dachau (e anche in tutti i lager nazisti), sia quelli romani, resistenti, ebrei, politici, militari (molti partirono dal carcere militare di Peschiera e di loro grazie a Melodia conosciamo i nomi) sia quelli che lì giunsero da tutte le regioni italiane, tutti colpiti dalla violenza nazifascista.

“Ad oggi a Roma vivono ancora due superstiti di Dachau: Lello Di Segni, ultimo superstite della razzia del 16 ottobre 1943 e Donato Di Veroli. Purtroppo, le loro condizioni di salute non hanno permesso loro di essere presenti. Ma li ricordiamo, così come ricordiamo tanti altri compagni superstiti di quel campo. E soprattutto rivolgiamo il nostro più grato ricordo a Giovanni Melodia al quale tutti noi dell’ANED molto dobbiamo. Giovanni è stato non solo un grande testimone, ma soprattutto un vero maestro nella costruzione della Memoria”.