Ordine del giorno sul Memoriale di Auschwitz
 
Il memoriale italiano ad Auschwitz

Al termine di due giorni di lavori, il Consiglio nazionale dell'ANED, riunito a Sasso Marconi (Bologna) ha approvato all'unanimità questo ordine del giorno a proposito del Memoriale italiano ad Auschwitz.

•    Il Memoriale italiano collocato nel Blocco 21 di Auschwitz, è in pericolo: dal luglio 2011, per decisione unilaterale della Direzione del Museo, è chiuso al pubblico, inaccessibile persino agli studiosi.

•    La direzione del Museo, sostenuta dal governo polacco e dal Consiglio internazionale di Auschwitz, ritiene che l’installazione italiana non corrisponda più alle linee guida emanate dal Museo negli ultimi anni, che richiedono allestimenti di taglio pedagogico-illustrativo, mentre quella italiana è un’opera d’arte, un’installazione che, ripromettendosi di comunicare un orrore non altrimenti descrivibile, parla appunto con il linguaggio dell’arte.

•    In assenza di una iniziativa delle istituzioni pubbliche italiane, l’Aned ideò, progettò, realizzò, finanziò (con mezzi propri e attraverso una sottoscrizione pubblica) e alla fine trasportò dall’Italia alla Polonia e allestì il Memoriale, alla cui progettazione e realizzazione avevano lavorato personalità della cultura italiana del calibro di Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Primo Levi, Pupino Samonà, Nelo Risi, Luigi Nono, al fianco degli ex deportati allora al vertice dell’Aned, a cominciare da Gianfranco Maris, Teo Ducci e diversi altri. L’inaugurazione avvenne nella primavera del 1980, alla presenza di decine di ex deportati giunti dall’Italia, di rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane e del ministro Marcora in rappresentanza del governo.

•    A giudizio dell’ANED, proprietaria dell’opera, il Memoriale Italiano di Auschwitz, dopo un necessario intervento di restauro e con opportune istallazioni illustrative, starebbe magnificamente lì dove è sempre stato, testimonianza della cultura e dell’arte nazionali, a ricordo di tutte le deportate e di tutti i deportati uccisi nei Lager nazisti. Ma la direzione del Museo, il consiglio delle personalità internazionali che la affiancano, il governo polacco, quello italiano e numerose organizzazioni ebraiche internazionali sostengono che quell’installazione dovrebbe essere rimossa per lasciare spazio a una documentazione puntuale della sola Shoah italiana.

•    Dopo aver cercato a lungo di resistere a questa impostazione, e dopo aver cercato di persuadere le autorità italiane e polacche del valore dell'opera, dando prova di moderazione e di realismo Aned si è piegata obtorto collo a questa richiesta che non condivide, e si è detta disponibile a trasferire l’opera nel nostro paese, in una località significativa per la storia della deportazione italiana, così da lasciare spazio a un nuovo allestimento italiano nel Blocco 21 di Auschwitz.

•    Da diversi anni, però, tutti i tentativi esperiti per individuare una soluzione sono falliti. Nessun Comune italiano, tra quelli interpellati, si è detto per ora disponibile a ospitare il Memoriale, a causa degli alti costi del trasferimento e della difficoltà di reperire l’area necessaria. Dal canto loro i Governi che si sono succeduti in questi anni hanno negato di avere le risorse utili a salvare un’opera che per oltre trent’anni ha onorato la memoria della deportazione e la cultura italiana nel mondo.

•    Da Auschwitz intanto si moltiplicano le pressioni a fare in fretta, pena l’assegnazione dello spazio fin qui occupato dall’Italia a un altro paese.

•    Aned fa dunque appello al Governo, alle istituzioni, alle forze politiche e culturali, affinché concorrano a reperire le risorse e gli spazi necessari per una degna conclusione di questa vicenda che è spiacevolissima e offensiva per tutti i superstiti dei Campi e i familiari dei Caduti. Dalle dichiarazioni occorre passare ai fatti. È in primo luogo compito del Governo, del Ministero dei Beni artistici e delle attività culturali proporre in tempi stretti una soluzione concreta e praticabile e mettere a disposizione le risorse per realizzarla, se non vogliono assumersi la responsabilità della perdita di una presenza italiana ad Auschwitz e della distruzione di un bene culturale di assoluto valore.

Aned si impegna fin d’ora:
•    a raccogliere la documentazione sull’opera del Memoriale attraverso ogni mezzo possibile (foto, istallazioni, video, eccetera).
•    a sostenere una campagna di informazione nazionale  e europea sul problema, evidenziando che il Memoriale è la prima opera d’arte multimediale europea.
•    a ottenere attraverso il Governo italiano, nel malaugurato caso si fosse costretti a rimuovere l’opera del Memoriale italiano dal luogo in cui è sorta, l’assicurazione dal Governo polacco che lo spazio del Blocco 21 rimanga nella disponibilità dell’Italia per la memoria della sua deportazione.

Il Consiglio Nazionale dell’Aned

Bologna, 30 marzo 2014