Primo eccidio di ebrei sul territorio italiano dopo l’occupazione tedesca, seguita all’8 settembre 1943. Effettuato da un gruppo di SS agli ordini di Hans Krüger (SS-Obersturmfüher). Vittime della strage ebrei in prevalenza provenienti da Salonicco ma di cittadinanza italiana o sfollati da Milano. Gran parte di loro aveva trovato rifugio presso Meina, un paesino sul lago Maggiore e in altri paesi nelle vicinanze.
Il 22 settembre 1943 gli ebrei, dopo essere stati concentrati presso l’Hotel Meina, dove alcuni di loro già abitavano, vengono uccisi con un colpo alla nuca. I cadaveri sono gettati nel lago. Dopo l’assassinio del primo gruppo, le SS appesantiscono i corpi con pietre e catene per non far riaffiorare i cadaveri.
Il processo per gli eccidi è celebrato a Osnabrück (8 gennaio- 5 luglio 1968) e si chiude con due condanne all’ergastolo, ma il 17 aprile 1970 la Corte suprema di Berlino – su ricorso dei condannati – annulla la sentenza per prescrizione dei reati. Su Meina si veda la voce omonima nel Dizionario dell’Olocausto (Einaudi) e il libro di Marco Mozza Hotel Meina, riedito di recente nei libri del Diario.