ADLER RAFFAELLI – Per impegni precedentemente assunti non sono potuto intervenire ai lavori di tutti i giorni di questo congresso, al quale porto un saluto. Sono di Forlì, vedo Prato per la prima volta, è una città molto corretta, molto nobile, molto distinta, quindi penso giusto che si porti questo saluto, questa testimonianza, questo omaggio. Ma voglio fare una proposta.
Cinquant’anni or sono, non voglio essere patetico a tutti i costi, tutti fummo liberati, ci liberammo con la nostra lotta, con la nostra costanza, con la nostra forza, e il giorno in cui fummo liberati, in cui ci liberammo appartiene a noi, alla nostra esistenza, ai nostri ricordi. Ma non soltanto ricordi devono essere; sarebbe bene che ognuno di noi ricordasse quei momenti, quel giorno, e poi, invitati tutti dalla presidenza della nostra associazione, elaborare un breve scritto, 50-60 righe, intitolato così: “Corne fu quel giorno indimenticabile?” E poi la presidenza abbia la facoltà di poter raccoglierli senza il compito di selezionarli, di apprezzarli o meno, tutti valgono molto, e li pubblichi.
Una raccolta di grande cultura, una grande antologia che può essere data non soltanto alle scuole, alle popolazioni, perché anche attraverso quel nostro giorno noi avremo ancora una possibilità, un ruolo di continuare a insegnare, a creare delle nuove emozioni all’intemo di ognuno che possono trasmettersi a tutto il popolo italiano.

FINE LAVORI 11 MARZO 1995