L’idea della Fondazione ottima per il futuro: un punto di contatto tra voi e società civile

ASSESSORE CULTURA COMUNE DI SCHIO – Io vorrei dire che parlo in piedi, volutamente, perché qui si parla di ricordi, di memorie, di vite perdute, e credo che uno come me che fa parte della generazione successiva alla vostra per rispetto debba parlare in piedi. Dirò brevissime considerazioni, proprio una pillola di testimonianza. Sono molto lieto e contento di essere qui tra voi e devo dire che l’ho considerato un onore e che per me è stato un arricchimento. Non solo assistendo ai vostri interventi, ma anche nelle occasioni meno fonnali, informali come i momenti di pausa, i pranzi e le cene.
Lo dico senza piaggeria, sinceramente, dal più profondo del cuore. D’altra parte la mia città è una città che da tempo si sta interessando a quei valori, a quei sentimenti che sono incarnati in voi. Basti pensare che Schio è stato il primo comune d’Italia ad essere fondatore e sostenitore del comitato internazionale “Nessuno tocchi Caino” per l’abolizione della pena di morte nel mondo. Ancora, è stato socio fondatore e sostenitore del Comitato “New York New York” che intende sollecitare l’istituzione di un tribunale contro i crimini di guerra nella ex Jugoslavia. E ancora Schio si è dichiarata città della pace facendo fare ai propri cittadini, soprattutto ai propri studenti e ai propri ragazzi, delle attente riflessioni sui valori della solidarietà, dei diritti umani, attraverso appunto una serie di manifestazioni, non ultima questa che partirà la settimana prossima e che si concluderà il 29 aprile, giorno della liberazione della città di Schio dal nazifascismo. Abbiamo preso a prestito il vostro motto, “Diamo un futuro alla memoria”, così si chiamerà questa serie di iniziative. Prevede mostre, prevede naturalmente il coinvolgimento robusto e serrato degli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado; prevede anche una significativa cerimonia di ricordo per i 13 cittadini scledensi che sono morti nei campi di concentramento, o che comunque sono stati deportati.
Noi abbiamo anche un concorso ormai consolidato in città, si chiama “Benvenuta Europa”, lo facciamo da anni assieme al Movimento federalista italiano, all’Aicre, all’Associazione dei Comuni e delle Regioni d’Europa, e mettiamo in palio un viaggio là dove decidono e amministrano la nostra Europa: a Strasburgo, sede del Parlamento europeo. Quest’anno vogliamo che anche i monumenti che sono i campi di concentramento siano l’oggetto del premio che daremo agli studenti che si sono maggiormente distinti in questo concorso. Vogliamo vedere dove amministrano l’Europa oggi, ma vogliamo andare anche in viaggio di studio dove l’Europa ha passato uno dei più bruni, se non il più brutto momento della sua storia.
Come vedete la mia presenza qui non è solamente personale, ma è una presenza istituzionale. Sono stato appunto incaricato anche dalla Giunta e dal sindaco di portarvi il loro saluto e sarà mia cura relazionare nella prossima seduta quello che ho visto dei lavori ai quali ho assistito. lo ho sentito parlare di una Fondazione, o comunque di una apertura che l’Aned ha intenzione di fare verso l’esterno. La considero un’idea estremamente intelligente ed importante.
Pensate, Schio è una città di un po’ meno di 40.000 abitanti, ma ha qualcosa come 40 associazioni culturali, altrettante associazioni sportive, una ventina di associazioni che lavorano nel volontariato e nella solidarietà, un terreno fertilissimo su cui potrà contare la nuova Aned, ma con naturalmente i vecchi robusti protagonisti. Credo che sia un compito dell’amministrazione comunale nostra, ma faccio un invito anche a voi, affinché là dove non esiste ci sia un intervento consistente da parte delle amministrazioni comunali, perché devono impegnarsi con la vostra associazione. Noi lo faremo anche in termini personali.
Ho detto prima che sono veramente lieto di essere venuto qua, per me è stato un arricchimento. Ho sentito parlare moltissimo della vostra determinazione a portare avanti i ricordi, non ho mai sentito parlare di vendette e di rancori. Questo è un qualcosa che vi fa decisamente onore e che soprattutto dovrebbe essere un passaporto per andare verso i giovani. Vorrei lasciare al presidente nazionale avv. Maris e al presidente della sezione di Prato che ci ha ospitato, Castellani, due litografie della città di Schio, così ci sentirà anche un po’ più vicini.
E siccome ho visto e sono stato anche fatto oggetto da parte di alcuni voi di omaggi di libri, questa la considero un’idea decisamente interessante e importantissima, è un invito che vi faccio a scrivere, scrivere, scrivere, perché la gente deve leggere le vostre memorie, i vostri ricordi. Io voglio lasciare all’associazione l’ultimo lavoro di un mio concittadino, il titolo è “Di fronte e di profilo” e sono tutti gli schedati della polizia in provincia di Vicenza dal 1893 al 1945. Fresco di stampa, non è ancora stato presentato, lo presenteremo come amministrazione prossimamente. Credo che potrà esservi di aiuto, e siccome abbiamo anche in stampa e dovremmo produrlo entro il 25 aprile, una serie di sei volumi sui diari della Resistenza nell’Alto Vicentino, sarà nostra cura inviarli all’Associazione. Io vi ringrazio ancora e mi ritengo veramente onorato di essere qui.