Tra il 1943 e il 1945 Verona, perno della Rsi e dell’occupazione nazista, diventa un arcipelago di luoghi di detenzione in cui sono rinchiusi migliaia di perseguitati politici, militari, donne, sacerdoti e chiunque sia sospettato di sostenere i partigiani. Don Carlo Signorato è il cappellano delle prigioni nei forti San Leonardo, San Mattia, Santa Sofia, Procolo. Su incarico del vescovo Girolamo Cardinale si prodiga per aiutare i reclusi, coordinando un’organizzazione che coinvolge l’industriale Attilio Rossi. Il sacerdote attiva un’opera umanitaria fruttuosissima: al sabato confessa e alla domenica distribuisce e raccoglie biglietti e lettere durante la messa. La rete di aiuti si espande poi oltre la città scaligera, per i deportati trasferiti nel campo di transito di Bolzano. Dopo 75 anni di silenzio l’Archivio storico diocesano e quello parrocchiale dei Santi Apostoli restituiscono il carteggio di don Signorato, le lettere dei condannati a morte e un registro tedesco che riporta i nomi e le date di permanenza di circa duemila reclusi solo per il 1945. Ma, soprattutto, il prezioso ruolo di un sacerdote che ha significato conforto e salvezza per tanti antifascisti.

In coedizione con Aned – Associazione nazionale ex-deportati nei campi nazisti, Sezione “Gino Spiazzi” di Verona

Salvatore Emanuele Passaro è nato a Francavilla Fontana (Br) nel 1967. Laureato in Lettere moderne con una tesi in Storia contemporanea, è insegnante di Lettere nell’Istituto Comprensivo Claudio Casteller di Paese (Tv) e ha collaborato con l’Università di Venezia come insegnante formatore nei laboratori di Didattica speciale e per l’Indire di Treviso nell’ambito Bes-Dsa.


Locandina Don Carlo Signorato pdf